Carceri, Nordio: "Così ridurrò drasticamente i detenuti". Il ministro svela il suo piano (che coinvolge anche le toghe)


Carlo Nordio
Carlo Nordio preannuncia il suo piano per le carceri e si impegna a ridurre il numero dei detenuti, precisando che non si tratterà di "indulto e nemmeno di liberazione anticipata". Il ministro della Giustizia spiega nel dettaglio come intende procedere per cercare di ridurre le problematiche all'interno delle strutture penitenziarie. "Abbiamo sempre ascoltato con attenzione e riverenza gli appelli del presidente Mattarella, e cercato - spiega Nordio a Il Corriere della Sera - di darvi una risposta che coniugasse certezza del diritto e diritti dell’umanità. Stiamo raggiungendo i primi obiettivi, cominciando con i detenuti che possono usufruire di misure alternative. Norme come l'indulto - prosegue - se motivate dal ridurre il sovraffollamento, non solo costituiscono una manifestazione di debolezza dello Stato o addirittura di resa, ma sono anche inutili".
Leggi anche: Addio ai vitalizi, doccia gelata per 800 ex deputati. Cicciolina, Scajola e Iervolino restano senza il ricco assegno"Noi ora - spiega il ministro a Il Corriere - ci stiamo occupando di 10.105 detenuti definitivi, con pena residua sotto i 24 mesi, che possono fruire di misure alternative. Se solo la metà ne fosse riconosciuta meritevole saremmo già a buon punto. Spetta ai magistrati di sorveglianza decidere, caso per caso, se ne abbiano il diritto. Con loro abbiamo avviato un intenso confronto e li ringraziamo, ma sono pochi, come i loro assistenti. Per questo abbiamo sollecitato già nello scorso agosto il Csm a colmare i posti scoperti".
Nordio anticipa anche le tempistiche di questi interventi: "Già da settembre. Nel frattempo interverremo su tre fronti. Carcerazione preventiva: oltre 15.000 detenuti sono in attesa di una condanna definitiva. Trasferimento dei detenuti stranieri nelle carceri dei Paesi d’origine: basterebbe mandarne via la metà. E tossicodipendenti: abbiamo stanziato 5 milioni di euro annui per il loro trattamento in custodia attenuata, in comunità o altre strutture accreditate. Anche qui siamo vicini alla soluzione. Ma non sono cose che si improvvisano".
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